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In questa sezione troverete le analisi più approfondite e le rubriche aggiornate sui temi di vostro interesse. I nostri articoli vi offriranno uno sguardo dettagliato sulle ultime novità e tendenze nel settore auto e Formula 1, fornendo approfondimenti professionali e contenuti di alta qualità.
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Il Pagellone del Gran Premio del Brasile
"Ma è un canto brasileiro", cantava Lucio Battisti. E davvero, a Interlagos, tutto sembra seguire un ritmo diverso: quello del samba, del cuore e del motore. Lì dove l'asfalto respira ancora il nome di Ayrton Senna, ogni curva è una nota e ogni sorpasso un colpo di percussione. Il circuito José Carlos Pace non è solo una pista: è un palcoscenico dove la passione brasiliana si mescola al rombo dei V6, e la pioggia minaccia di far parte dell'orchestra. Tra nuvole in agguato, salite assassine e tifosi che cantano più forte dei motori, abbiamo assistito ad un week-end tutto ritmo e coraggio. Perché a Interlagos, più che una gara, va in scena una samba in piena velocità.
Pasquale Panarelli
Brasile, è di Max Verstappen il titolo di Hammer of the Day
Nella domenica di Interlagos è stato inaugurato il nuovo format Hammer of the Day, che permette alla community di Hammer Time di votare, attraverso un sondaggio pubblicato nelle nostre Instagram e Facebook Stories, il "migliore in pista". Non si tratta, però, di una semplice votazione: il pilota scelto non solo conquista il riconoscimento del sondaggio, ma diventa anche protagonista di un editoriale firmato da Jacopo Mandò, che trasforma così le preferenze della community in un approfondimento articolato e riflessivo. E chi se non Max Verstappen, con oltre il 60% dei voti, poteva essere il primo protagonista di questa nuova corrente editoriale? Buona lettura.
Il Pagellone del Gran Premio del Messico
Tanto Messico e poche nuvole sull'autodromo intitolato alla memoria degli Hermanos Rodriguez, per un appuntamento decisivo del Mondiale che, tra strategie e maracas, si è rivelato uno dei più movimentati della stagione. Curve da ottovolante e un rettilineo che pare l'Autostrada del Sole, con l'aria rarefatta dell'altitudine che mette a dura prova motori e freni. Intorno, un pubblico in delirio, un'arena viva che ribolle come un pozzo di lava: un arabesque tapatío di suoni, colori, sombreri e maschere.
Il Pagellone del Gran Premio degli Stati Uniti
Prendete posto al saloon e lucidate gli stivali, perché la Formula 1 fa tappa nel Far West. Austin ci accoglie con il suo sole rovente, l'aria polverosa e le curve del COTA che si attorcigliano come serpenti nel deserto. Un'edizione da record, con oltre 450.000 spettatori pronti a tifare sotto il cielo del Texas: d'altronde, è normale che ai texani piaccia la Formula 1 - è uno dei pochi sport dove le dispute si risolvono ancora con i duelli.
Il Pagellone del Gran Premio di Singapore
Voliamo a Marina Bay per il diciottesimo Gran Premio della stagione! Uno dei tracciati più suggestivi del calendario, dove la notte si accende dei riflettori del circuito e la realtà si confonde con il miraggio. Le luci artificiali scintillano sull'asfalto, ma non bastano a rischiarare una gara piena di ombre: duelli solo abbozzati, colpi di scena mancati e un sottofondo di tensione che sembra promettere più di quanto poi mantenga. Eppure, come ogni anno, Singapore resta un piccolo teatro di magia e illusione, dove anche una scintilla può bastare per incendiare la notte del Marina Bay Street Circuit.
Il Pagellone del Gran Premio d'Azerbaijan
Prendete Monte-Carlo, spolveratela di petrolio e cultura persiana, poi stendetela come fa vostra nonna con la pasta fatta in casa. Ecco Baku. Serve Google Maps per capire dove sia l'Azerbaijan, ma bastano tre parole per capire cosa sia questo circuito: vento, muri e velocità. Un tracciato capace di mischiare rettilinei interminabili e curve che sembrano vicoli medievali, in cui ogni centimetro sbagliato può trasformare un sogno in rottami. Ma partiamo con il Pagellone di Baku: potete leggerlo comodamente qui sul sito e, prossimamente, anche in formato cartaceo sulle tovagliette della pizzeria e nelle riviste del vostro dentista di fiducia. Perché certe valutazioni, volenti o nolenti, vi lasceranno a bocca aperta.
Il Pagellone del Gran Premio d'Italia
Italiani: stilisti nell'anima, piloti nel cuore, costruttori nel DNA. E qui, al Tempio della Velocità, tutto questo prende forma in uno degli spettacoli più travolgenti del pianeta: tribune che esplodono come fuochi d'artificio, bandiere che sventolano al ritmo della passione, un'onda rossa di esaltazione che nessun altro circuito osa nemmeno imitare. Un week-end da tutto esaurito… proprio come l'animo dei ferraristi, spremuto tra illusioni, colpi bassi e quella fede incrollabile che resiste a ogni delusione. Benvenuti al fine settimana brianzolo: un concentrato di adrenalina, rassegnazione e ironia, perché a Monza si soffre, si ride e - soprattutto - si giudica. P.S. Siamo arrivati tardi, è vero. Ma nel fine settimana c'è chi è riuscito a fare peggio: citofonare Bagnaia.
Il Pagellone del Gran Premio d'Olanda
Dimmi quando - quando quando - qualcuno riuscirà a convincermi che Zandvoort non sia una pista meravigliosa, con la sua eleganza intrisa di mito. Curve in pendenza, una cornice spettacolare e una storia che sa di leggenda: sembra disegnata apposta per farti innamorare. Eppure, la gara è stata un lento trascinarsi: poche scintille, qualche crepacuore sparso qua e là, momenti di afflizione, agonia e patimento. Perché sì, il circuito è un gioiello, ma le monoposto moderne lo rendono un carillon che gira a vuoto. E preferire un Tilkodromo a questa meraviglia è lecito, certo… ma è come scegliere un CD di Tony Tammaro al posto di un disco dei Pink Floyd.
Il Pagellone del Gran Premio d'Ungheria
Primo week-end di Agosto, quello delle partenze intelligenti. Ma a Budapest, di intelligente c'è stato ben poco. Tra strategie discusse, sorpassi che non arrivano e gare che si decidono più al muretto che in pista, il Gran Premio d'Ungheria ha avuto il ritmo teso e appiccicoso di un'autostrada nell'ora di punta. A rendere l'arrivo sul podio ancora più surreale, ci ha pensato puntualmente il premio tipico di questo week-end: il prestigioso servizio in ceramica ungherese di piatti e zuppiere.
All for Kimi
Sotto quel casco tricolore, con gli occhi arrossati e il cuore più pesante dell'asfalto bagnato, c'è un ragazzo che porta sulle spalle più aspettative di quante ne dovrebbe reggere un diciottenne.
Il Pagellone del Gran Premio del Belgio
Agosto è alle porte, il paddock già sogna infradito, mojito e cruciverba sotto l'ombrellone, ma prima c’è Spa-Francorchamps: che pista, ragazzi. Un circuito da lancio del reggiseno, dove anche il meteo ha il carisma di un personaggio di Tarantino. Diluvia, smette, torna il sole, poi si rannuvola di nuovo - e nel frattempo è passata un'eternità. L'unica gara dove la differita su TV8 è finita prima della diretta su Sky Sport F1 Italia. Quindi prendete fiato, preparate l'aperitivo e lasciate perdere il sudoku. Sta per iniziare lo Spa-gellone del Gran Premio del Belgio. E sì, ha piovuto. Ma solo sul bagnato.
Il Pagellone del Gran Premio di Gran Bretagna
Ladies and gentlemen, benvenuti a Silverstone. Qui, dove il vento e l'erba accarezzano l'asfalto di un vecchio aeroporto militare, si respira qualcosa di diverso. Un profumo di storia, di motori ruggenti, di glorie passate e di leggende future. Questa è la culla della Formula 1, il suo cuore pulsante. Il tempio sacro per ogni appassionato. Chiudi gli occhi, e puoi sentire l'eco dei V12 BRM, dei sorpassi di Hunt, del baffo orgoglioso di Mansell, della classe di Button, e dei pionieri come Collins e Hawthorn. Silverstone non è solo un circuito: è un racconto vivo. È la Formula 1 di ieri, di oggi, di domani. Che posto, ragazzi. Che posto.
Il Pagellone del Gran Premio d'Austria
Austria. Roba grossa. Un circuito incastonato nei monti, fra strade strette, fattorie e prati. Terra di campioni veri - Lauda, Rindt, Berger - e di manager leggendari, come Helmut "Guè" Marko, l'uomo che ha più talenti in panchina che parole gentili nel vocabolario. In questa cornice da cartolina, il glorioso Red Bull Ring è testimone di nuove imprese al volante: quelle di Lance Stroll, che in mezzo a tutta questa storia, ci sta come il ketchup sulla carbonara.
Vincere non è (più) l'unica cosa che conta
"Sono fiducioso che da qui al 2026 la Ferrari tornerà a vincere un Mondiale Costruttori e un Mondiale Piloti. Ci riusciremo prima dei 20 anni di digiuno". Era stato l'attuale presidente della Ferrari, John Elkann, a pronunciare queste parole nel Settembre del 2022. Oggi la domanda sorge spontanea: in questi anni sono stati realmente fatti progressi, sviluppi, tentativi concreti o c'è mai stata la reale volontà di tornare al successo?
Live and let die
Non essendo al momento in lotta per alcun obiettivo di rilievo, la Ferrari deve avere il coraggio di abbandonare la SF-25 e di massimizzare il proprio impegno sul 2026, per quanto questa scelta possa sembrare un ridicolo, doloroso e aspramente criticabile film già visto.
Il Pagellone del Gran Premio del Canada
Ed eccoci finalmente in Canada - nota ai più come la Val d'Aosta americana - dove i 70 giri del Gran Premio di Montreal hanno oscillato tra episodi di narcolessia seriale e momenti in bilico tra adrenalina e incontinenza. Queste pagelle sono dedicate alla memoria della marmotta investita da Hamilton. Stando alle ultime rilevazioni, l'auto è sopraggiunta a "grande" velocità mentre la vittima stava attraversando sulle strisce pedonali. Vola in cielo, piccolo Gaetano, e insegna agli angeli come far perdere 20 punti di carico.
Canada, il severo banco di prova che esalta le PU
Il tracciato canadese è caratterizzato da notevoli allunghi intervallati da decise frenate. Si tratta di un circuito che privilegia vetture dotate di ottima trazione e velocità di punta, dove la Power Unit viene sfruttata al massimo della potenza per oltre il 70% del tempo sul giro, rappresentando un severo banco di prova per tutte le unità di potenza.
Il Pagellone del Gran Premio di Spagna 2025
Il Gran Premio di Spagna ci ha lasciato tanto: strategie a orologeria, staccate da urlo e un vuoto nell'anima – e nei replay della FOM – causato dall'assenza di Stroll. Da oggi, su Hammer Time, arrivano puntuali come una penalità a Vettel, le pagelle di Pasquale Panarelli: ogni lunedì, tra affetto sincero, sarcasmo strategico e una buona dose di cattiveria gratuita. Voti da maestrina, battute a raffica e una certezza granitica: ce n'è per tutti. Sedetevi comodi, stappate una birra e preparatevi a scoprire chi ha brillato… e chi ha fatto più scodate che giri buoni.
Un respiro dopo l'apnea
Respira, Charles. Sale sul gradino più basso del podio, godendosi per la prima volta, in quest'anno così difficile, l'atmosfera che esplode per la fine di un Gran Premio da un punto di vista diverso. Dall'alto.
La doppietta sbagliata
La Cina avrebbe dovuto dirci la verità sulla SF-25. Ma non solo: ci ha dimostrato come il prestigio di una squadra possa essere umiliato da un doppio errore imperdonabile. Errori che relegano la squadra alle spalle della Williams nei Costruttori.




















