L'illusione dell'effetto suolo: ascesa e caduta della Ferrari nel ciclo 2022-2025

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Claudio Brembati
Ferrari 2022-2025

Il Gran Premio di Abu Dhabi ha calato il sipario sul ciclo tecnico 2022-2025, l'era delle vetture a effetto suolo. Per la Ferrari, il bilancio finale è una sentenza amara: quarta forza nel Costruttori, piloti dispersi in quinta e sesta posizione, zero titoli in bacheca. Un epilogo mesto, quasi irriconoscibile se sovrapposto all'immagine abbagliante con cui questa avventura era iniziata.

Il 20 Marzo 2022 sembra appartenere a un'era geologica fa. Quel giorno, sotto i riflettori del Bahrain, la F1-75 firmava una doppietta imperiosa: pole, vittoria, giro veloce. Sembrava l'inizio di una dittatura sportiva in Rosso. Quattro anni dopo, resta solo la polvere di un sogno infranto. Cosa è successo nel mezzo? Ripercorriamo le tappe di una discesa agli inferi tecnica e sportiva.

2022: La "Bestia" e il killer silenzioso (TD39)

L'era inizia con un capolavoro illusorio. La F1-75 è bellissima e "giunonica", con quelle pance scavate che sembrano sculture.

Charles Leclerc la definisce "una bestia". La macchina viaggia incollata all'asfalto, sfrutta l'effetto Venturi meglio di chiunque altro. Fino all'Austria, la lotta con la Red Bull di Newey è reale.

Poi, il buio. L'affidabilità tradisce, le strategie (Monaco, Ungheria, Silverstone) demoliscono la fiducia, ma è la politica a dare il colpo di grazia. La direttiva tecnica TD39, introdotta in Belgio con la scusa della sicurezza per limitare il porpoising, obbliga ad alzare le vetture. Lì, tra le righe di quel regolamento, la F1-75 perde la sua anima. Il dominio diventa di proprietà della Red Bull. Mattia Binotto paga per tutti e a Novembre rassegna le dimissioni.

2023: L'anno della transizione (e dell'illusione Vigna)

Arriva Frederic Vasseur, ma la macchina è figlia della gestione precedente. Alla presentazione, l'AD Benedetto Vigna si sbilancia:

"Sarà un'auto senza precedenti in termini di velocità".

La pista lo smentisce crudelmente fin dai test. La foto di Leclerc a colloquio preoccupato con David Sanchez è l'icona della stagione: l'aerodinamico si dimette dopo tre gare, la SF-23 si rivela veloce sul giro secco ma mangia le gomme come nessun'altra.

Vasseur inverte la rotta a Barcellona: via le pance scavate, si va verso i concetti Red Bull. La stagione si raddrizza, Sainz vince a Singapore (unica gioia non-Red Bull dell'anno), ma il terzo posto finale sa di brodino.

2024: La stabilità prima della tempesta

Il 2024 è l'anno del paradosso. La SF-24 nasce "conservativa" ma solida. Vince cinque gare (Australia, Monaco, Monza, Austin, Messico), una in più del 2022, e lotta per il Costruttori fino all'ultimo respiro. Ma fuori dalla pista, il terremoto è costante.

A Febbraio l'annuncio shock: Hamilton in Ferrari nel 2025. A Luglio, il direttore tecnico Enrico Cardile se ne va. Adrian Newey, libero da Red Bull, sembra a un passo da Maranello, ma a Settembre sceglie Aston Martin.

Vasseur minimizza ("Il gruppo vale più del singolo"), promuove Loic Serra, ma la sensazione di un'occasione storica persa aleggia nell'aria.

Uno sviluppo sbagliato in estate compromette la rincorsa al titolo, vanificando le rimonte eroiche di Leclerc.

2025: Il tracollo finale

L'attesa per l'arrivo di Hamilton e il titolo sfiorato creano un hype insostenibile. La SF-25 osa: sospensione anteriore pull-rod, per copiare chi vince. È un rischio calcolato per sbloccare l'ultimo decimo. Si rivelerà un suicidio tecnico.

La pista è impietosa: la macchina è un enigma irrisolvibile, priva dei punti di forza storici. I piloti chiedono aggiornamenti che non arrivano mai, se non un rifacimento della sospensione posteriore costoso e inutile.

Mentre Leclerc guida sopra i problemi strappando sette podi miracolosi, il team si sfalda. Tecnici chiave dei motori partono per Audi. John Elkann, a Novembre, rilascia dichiarazioni che sanno di resa e critica, affossando il morale. La Ferrari chiude quarta, a volte faticando a stare in pista.

Conclusioni: Tutto sul 2026

Il quadriennio si chiude con una parola chiave: instabilità. Sono cambiati i team principal, i direttori tecnici, i concetti aerodinamici. Sono state sottratte risorse e fiducia. Il disastro del 2025 ha una sola, possibile, giustificazione: Frederic Vasseur ha staccato la spina presto, dirottando ogni euro e ogni ora di galleria del vento sul progetto 2026.

Se tra poche settimane la nuova Ferrari rivoluzionaria sarà vincente, questo quadriennio sarà ricordato come un doloroso purgatorio necessario. Se così non fosse, sarà stato solo un lungo, inesorabile declino.