Il Pagellone del Gran Premio d'Olanda

Dimmi quando - quando quando - qualcuno riuscirà a convincermi che Zandvoort non sia una pista meravigliosa, con la sua eleganza intrisa di mito. Curve in pendenza, una cornice spettacolare e una storia che sa di leggenda: sembra disegnata apposta per farti innamorare.
Eppure, la gara è stata un lento trascinarsi: poche scintille, qualche crepacuore sparso qua e là, momenti di afflizione, agonia e patimento.
Perché sì, il circuito è un gioiello, ma le monoposto moderne lo rendono un carillon che gira a vuoto. E preferire un Tilkodromo a questa meraviglia è lecito, certo… ma è come scegliere un CD di Tony Tammaro al posto di un disco dei Pink Floyd.
McLaren, voto 10: Una vettura capace di imporsi con due mescole di svantaggio non corre, ma accarezza gli Dei dell'Ingegneria Automobilistica. E, per quanto le premesse della prima parte di stagione ci avessero già avvisato, io continuo a restarne sbalordito. Chapeau.
Il menù di Piastri per i festeggiamenti? Champagne e bruschette: tanto la brace la offre Norris.
Racing Bulls, voto 10: l'Olanda scopre un Hadjar solido come il granito, in qualifica e in gara. Marko, intanto, sorride, arrossisce e abbassa lo sguardo: cioccolatini, bigliettini sul cuscino e serenate sotto la finestra. Ma lui lo snobba e risponde che non accetta caramelle dagli sconosciuti. E che, c'ho scritto Jo Condor? Anche perché ormai è chiaro: tira più un pelo a Faenza che un carro a Milton Keynes.
Ferrari, voto 5: Fante e otto fa cappotto, sette rosso vince tutto. Al box hanno trovato il tempo per una mano a Tressette: era in netto vantaggio Leclerc, ma Sir Luigi gli versa il tè sulle carte e non riescono a contare i punti. Accidenti.

Hamilton: l'uomo contro la macchina, la macchina contro il muro. Nel frattempo a Maranello si chiedono se sia più caro il carbonio delle riparazioni o il platino del suo contratto.
Red Bull, voto 6: Con un livello di prestazione così basso, persino Super Max sembra inutile come una zanzariera in un sommergibile. Le speranze iridate? Le sta cercando tra i colori del vento. Eppure, davanti ai microfoni, sfoggia un sorriso più largo di quando dominava le gare.
Registriamo uno Yuki affranto. Il nippo fa talmente pena che, nel tragitto dall'hotel al circuito, è stato il tassista a lasciargli la mancia. E per tirarlo su, Mekies ha introdotto un nuovo "aggiornamento" alla sua Red Bull: finito il cambio gomme, i meccanici gli mollano due pacche sulle spalle e un incoraggiante "Dai, su, passerà". Previsti - e pretesi - netti miglioramenti.
Mercedes, voto 5: Mai - e dico mai - chiedere ad Antonelli cosa ci facesse a Sarajevo il 28 Giugno 1914. Ragazzi, ha sfagiolato Leclerc contro il muro come un rugbista a cui hai importunato la fidanzata. Che botta! Ora, giusto un rimprovero di circostanza, un buffetto sulla guancia e via; testa alla gara di casa. Sii zen, caro amico.
Giorgino Russell è bravo, si applica, lava i denti quattro volte al giorno e conosce almeno trenta barzellette su "un tizio entra in un bar", ma quando in radio parte il disco delle lamentele, ti viene voglia di abbassare il volume. Più grinta, meno chiacchiere, please.
Aston Martin, voto 6: Date le ottime premesse delle prove, dire che il risultato della Verdona non abbia deluso è come dire che il Piemonte vanta il mare più bello d'Italia. Dopo il disa-Stroll in qualifica, gli inglesi si rimboccano le maniche e azzardano una strategia che premia il canadese e penalizza un po' lo spagnolo. Ma tant'è: alleluia, settimo e ottavo posto che risollevano il morale - in parte - e la posizione in Classifica Costruttori.
Williams, voto 7: Ho visto Sainz arrivare alle interviste con il muso lungo come quello di un Concorde. Digrignava i denti, rimuginando sui contatti e, soprattutto, sulla quinta posizione di Albon. Alexander Albon: lui sì che regala gioie alla Williams. È il fratellino modello che va bene a scuola, suona il violino, ha finito i compiti delle vacanze il 23 Giugno e prende dieci in matematica senza aprire libro. Il bambino educato a cui tua madre ti paragona quando fai le marachelle. E tu, quel nome - Alessandro! Che il cielo ci scampi - lo detesti così tanto che, quando si tratta di scegliere quello di tuo figlio, mentalmente ci metti sopra una croce grande come lo stadio di San Siro.
Haas, voto 10: Nel Profondo Rosso della Ferrari, tocca a un altro inglese far sbocciare un sorriso ai Tifosi: Orso‑Uomo archivia per un giorno la Mentalità Isis a cui era abbonato e piazza una gara coi fiocchi. Rimonta divertente e spettacolare, quasi cinematografica: mancava solo Wagner in sottofondo, come in Apocalypse Now.
Sei forse tu l'erede al trono di Maranello? Troppo presto per estrarre Excalibur, ma intanto continua a regalarci spettacolo.
Alpine, voto 6: Annoto con piacere la buona prova di Franco ColaCao Colapinto, che si incolla a Ocon come una tellina allo scoglio e spera che davanti qualcuno sbrodoli fuori dai punti. Così, purtroppo, non succede, e il talento di Pilar deve accontentarsi dell'undicesimo posto.
Per l'occasione, grande soddisfazione per Briatore, che riesce nell'impresa di cambiare espressione: dal "perennemente scocciato con aria arteriosclerotica" al "arteriosclerotico con aria perennemente scocciata".
Kick Sauber, voto 5: Dopo le ultime prestazioni mi ero fatto il palato, ma non è sempre domenica. Soprattutto con una scuderia così eroicamente sgarrupata che, a volte, è più da lunedì mattina: sveglia che non suona, traffico in tangenziale e, quando arrivi in ufficio, scopri pure che la promozione se l'è beccata quello che sputacchia quando parla, anziché tu, con le tue 68 ore + IVA di straordinari a settimana. La vita, a volte, non è giusta per niente.