Il Pagellone del Gran Premio del Messico

By
Pasquale Panarelli
Mercedes, Gran Premio del Messico

Tanto Messico e poche nuvole sull'autodromo intitolato alla memoria degli Hermanos Rodriguez, per un appuntamento decisivo del Mondiale che, tra strategie e maracas, si è rivelato uno dei più movimentati della stagione.

Curve da ottovolante e un rettilineo che pare l'Autostrada del Sole, con l'aria rarefatta dell'altitudine che mette a dura prova motori e freni. Intorno, un pubblico in delirio, un'arena viva che ribolle come un pozzo di lava: un arabesque tapatío di suoni, colori, sombreri e maschere.

Benvenuti nel Gran Premio del Messico, dove ogni curva è un ballo, ogni staccata un colpo al cuore, e ogni errore può costare più di un tequila di troppo.

Le pagelle sono servite, con lime, sale e un pizzico di follia.

McLaren, voto 9: Come Patty Pravo, pensiero stupendo per Lando Norris, che a Città del Messico corre in modalità Sebastian Vettel dei tempi d'oro. Finalmente pare essersi convinto che il secondo posto non fa per lui: danza con la leggerezza di chi sa di avere in mano il ritmo giusto e approfitta dell'assenza del "gatto" per suonare il suo personale mariachi del dominio. Attento però, caro Lando: il gatto, di vite, ne ha sempre più del topo.

Piastri: pensavo fosse di ghiaccio come Lauda, invece è più emozionato di una giovane promessa allo Zecchino d'oro. Nulla di male, anzi: è bello vederlo umano: ma che non si abitui troppo alle luci del palco - perché in Formula 1, la ribalta dura il tempo di un semaforo verde.

Haas, voto 10: Sorriso da sbarbato e occhi da teppa per un Ollie Bearman Turbo Plus: in pista ha dimostrato di avere spalle così larghe, che a misurarlo al garrese sarà stato alto sei metri. Bello vederlo difendere come un veterano, belli i tempi sul giro, bella la prospettiva di una carriera che sembra destinata ai piani alti - anzi, alla suite presidenziale - della Formula 1. Per una scuderia abituata a toccare il fondo come un minatore del Nevada, questo ragazzo è la pepita d'oro più luminosa che abbiano mai visto. Bravo!

Red Bull, voto 7: La scena è di quelle che ti fanno riscoprire la fede: parte quinto, prima-seconda-terza marcia, vede sulla sinistra un corridoio più affollato dell'IKEA alla domenica pomeriggio e ci si lancia come un paracadutista, frenando sul cordolo in una manovra così azzardata da farmi stringere le natiche e strabuzzare gli occhi. Avevo un'espressione alla Giorgia Meloni quando l'ho visto sbrodolare nell'erba e controsterzare verso il muro. In quel momento ho solo sperato che avesse già compilato il CID, perché il botto sembrava questione di attimi - e invece, miracolosamente, niente da dichiarare.

Arriva terzo alla bandiera a scacchi, con una vettura decisamente non all'altezza. Non perfetto, ma grazie davvero dello spettacolo, Super Max.

Ferrari, voto 7: Sir Luigi parcheggia sul marciapiede, non rinnova il parchimetro e bara sul 730. Non contento attraversa sul prato, senza rispettare la stradina come da regolamento condominiale: "vietato calpestare le aiuole", recita il cartello. Peccato, perché sembrava davvero convinto di poter centrare il primo podio in rosso, in una stagione che finora lo ha visto con la grinta di Beppe Vessicchio. Forza!

Leclerc, invece, tiene saldamente le redini del Cavallino: dopo il rodeo di Curva 1, resta lontano dai guai e costruisce con pazienza un margine che nel finale si assottiglia, quando Verstappen gli si appiccica addosso come una cimice sul bucato steso.

Ma Charles non trema, e con l'ottimismo di chi guarda Rocky convinto che, prima o poi, il protagonista vinca davvero l'incontro, difende la posizione fino alla fine. La VSC fa il resto, regalandogli - finalmente - un colpo di fortuna da incorniciare. Deo gratias.

Mercedes, voto 5: Il vizietto dove lo metto, dove lo metto non si sa… Giorgino stavolta non ce la fa e si scatena, ottenendo finalmente la cintura nera di lamentele. Approfittando dell'assenza di Toto, trasforma il box Mercedes in un centro reclami, dispensando lamentele con la faccia tosta di chi ti regala Tesori d'Oriente al compleanno. Risultato? Mestizia e rassegnazione, servite con un contorno di mediocrità.

Dall'altra parte del box, invece, il giovane Kimi si dimostra più concreto e disciplinato, nonostante la telenovela messicana nella gestione piloti e un pit-stop da film drammatico. Cresce, matura, e lo fa in silenzio - come chi ha già capito che in Formula 1, per farsi rispettare, non servono le parole: bastano i tempi sul giro.

Aston Martin, voto 2: Al ritiro di Nando, le speranze si posano - ahinoi - su Stroll. Partenza impacciata, passo da gita scolastica e un'esecuzione finale degna di un tutorial su "come non guidare una Formula 1". Chiude in P14 su 16 piloti all'arrivo.

Se devo pagare una Pay TV per guardare uno che dorme, tanto vale risparmiare l'abbonamento e fissare il gatto.

Racing Bulls, voto 4: L'unica nota positiva del fine settimana dei torelli è che Lawson si è ritirato talmente in fretta da far risparmiare alla scuderia i gettoni della lavanderia. Nel frattempo, Hadjar montava un motore così vecchio da meritarsi la benedizione del Ministero dei Beni Culturali: più che una tuta da corsa, gli avrebbero dovuto consegnare una toga e una corona d'alloro. Male male.

Williams, voto 4: Ahi, ahi, ahi. Buona la qualifica, ma la gara si trasforma in una puntata speciale di Ciao Darwin - Edizione Penalità. Dopo la retrocessione in griglia, el Matador rientra per la prima sosta e… 5 secondi per eccesso di velocità. Altro pit, altro giro, e arriva pure il drive-through. Alla fine, il destino decide di porre fine alla sofferenza: problema tecnico e ritiro. Meglio così, perché al prossimo pit probabilmente sarebbe scattata la sedia elettrica.

Kick Sauber, voto 8: Bortoleto conquista il punto della decima posizione e il plauso del pubblico messicano con un sorpasso all'esterno da Nobel per la Fisica - roba che andrebbe studiata al CERN. Solido, concentrato e sempre più convincente, il giovane brasiliano ora si prepara a correre in casa, a pochi passi dalla nonna di Barrichello: prevedo applausi, abbracci e almeno tre teglie di pão de queijo.

Alpine, voto 2: Sconforto e desolazione per due piloti che, se solo ne avessero le possibilità, dimostrerebbero ben più di un'ultima e penultima posizione.

Va bene che il mezzo è carente, va bene che il budget è limitato, ma usare il gasolio agricolo come propellente e la pista polistil come simulatore, mi sembra eccessivo, diamine.