Live and let die

Il Campionato del Mondo di Formula 1 è ormai quasi giunto al suo giro di boa, delineando abbastanza chiaramente i valori in campo. La sorpresa, in negativo di questa stagione è stata certamente la Ferrari SF-25, apparsa spesso in grave difficoltà rispetto alle rivali e risultata lontana dalle proprie ambizioni.
Nelle parole rilasciate da Lewis Hamilton al termine del Gran Premio del Canada si percepisce tutto il dilemma legato a questa vettura: abbandonarne lo sviluppo oppure apportare (finalmente) gli aggiornamenti tanto richiesti dai piloti per risollevare l'esito della stagione?
Purtroppo la sfortunata SF-25 non necessita di uno o più aggiornamenti, bensì sembra aver bisogno di un correttivo ben più importante che comporta la riprogettazione di un'area chiave.

Questa necessità è evidente dai fatti, trova riscontro nei risultati, traspare dalle dichiarazioni dei piloti ed è stata già ventilata dalle testate più blasonate che parlano, da tempo, della necessità di riprogettare l'intera sospensione posteriore.
Perché abbandonare il progetto SF-25?
Dando per scontato che ciò che trapela sia vero, e che la Ferrari stia effettivamente lavorando in tal senso, è parere di chi scrive che si tratti di uno sforzo inutile. Per farla breve: il progetto va abbandonato, e va fatto ora.
In primo luogo, riprogettare la sospensione è un lavoro lungo, complesso e dispendioso dal punto di vista delle risorse necessarie (non solo in termini di budget cap), la cui efficacia rimane chiaramente incerta fino all'esame della pista.
In secondo luogo, l'attuale ciclo regolamentare, caratterizzato dallo sfruttamento dell'effetto suolo, ha segnato un cambiamento radicale dei requisiti funzionali delle sospensioni che non è assolutamente detto saranno gli stessi per le vetture 2026.
Il contesto attuale e il futuro:
Abbiamo già ampiamente descritto come le attuali vetture, per esprimersi al meglio, debbano viaggiare alla più costante e minore altezza da terra possibile. Per fare questo, ai sistemi sospensivi è stata richiesta maggiore insensibilità al beccheggio in frenata, al rollio in curva e maggiore rigidezza per sostenere un carico aerodinamico che aumenta con il quadrato della velocità, evitando l'effetto porpoising e l'usura del plank.

Nella nuova generazione di vetture 2026 lo scenario sarà molto differente. Innanzitutto, il fondo vettura sarà molto più simile a un fondo piatto, cosa che dovrebbe far scomparire tutti gli effetti di "rimbalzo" affrontati dall'attuale generazione di vetture a effetto suolo e che hanno pesantemente influenzato i criteri di progettazione (e persino cambiato i regolamenti tramite apposite TD).
L'introduzione dell'aerodinamica attiva permetterà di variare l'assetto delle ali anteriori e posteriori in rettilineo per ridurre drasticamente la resistenza all'avanzamento, e di conseguenza anche la deportanza, in modo ben più significativo rispetto all'attuale DRS e su entrambi gli assi.
Il sistema sospensivo dovrà essere capace, in sostanza, di gestire un notevole e repentino calo di deportanza nei rettilinei, seguito da un altrettanto repentino aumento di carico nella fase di frenata e ingresso in curva. Uno scenario, questo, totalmente inedito e, per certi versi, diametralmente opposto a quello attuale, che lascia immaginare requisiti completamente differenti anche per i sistemi sospensivi.
Riprogettare una sospensione in questo ambito regolamentare, se eseguito con successo, può avere il solo effetto di riportare morale e coesione a un gruppo attualmente in difficoltà, di calmare momentaneamente le acque attorno alle figure apicali della squadra, ma non permette di accumulare alcuna esperienza utile per le nuove vetture.
Non essendo al momento in lotta per alcun obiettivo di rilievo, la Ferrari deve avere il coraggio di abbandonare la SF-25 e di massimizzare il proprio impegno sul 2026, per quanto questa scelta possa sembrare un ridicolo, doloroso e aspramente criticabile film già visto.
Serve il coraggio che ebbe McLaren nel 2023 di dichiarare subito e apertamente di aver sbagliato vettura per voltare pagina, di guardare lontano, a ciò che conta davvero, per non ritrovarsi nuovamente ad inseguire i migliori in futuro.