Il Pagellone del Gran Premio del Belgio

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Pasquale Panarelli
Gran Premio del Belgio

Agosto è alle porte, il paddock già sogna infradito, mojito e cruciverba sotto l'ombrellone, ma prima c’è Spa-Francorchamps: che pista, ragazzi. Un circuito da lancio del reggiseno, dove anche il meteo ha il carisma di un personaggio di Tarantino. Diluvia, smette, torna il sole, poi si rannuvola di nuovo - e nel frattempo è passata un'eternità. L'unica gara dove la differita su TV8 è finita prima della diretta su Sky Sport F1 Italia.

Quindi prendete fiato, preparate l'aperitivo e lasciate perdere il sudoku. Sta per iniziare lo Spa-gellone del Gran Premio del Belgio.

E sì, ha piovuto. Ma solo sul bagnato.

McLaren, voto 9: Perché non 10? Solo per l'assenza della vittoria nella Sprint. Perché per il resto, la McLaren ha fatto esattamente ciò che ci si aspetta da un team di ingegneri: ha ottimizzato. Tutto al millimetro, tutto al meglio. Ma anche tutto senza spettacolo, senza pathos. Un bottino chirurgico, freddo. Ecco perché il 10 non glielo diamo: perché alla perfezione mancava un po' di cuore.

Secondo la filosofia orientale, un viaggio di mille chilometri comincia con un passo. Beh, Piastri li colleziona uno per uno, con la pazienza e la saggezza di un monaco zen. E quando non serve rischiare, non rischia. Ma quando vede il varco, attacca. Il traguardo? Mi sa che ha profumo d'alloro.

Proprio come la mano di Mario Brega, i week-end di Lando possono essere ferro o possono essere piuma. Questo è stato 'na piuma.

Ferrari, voto 7: Un fine settimana tutto testosterone per Leclerc. Altro che timidezza: nella Sprint ha sofferto, ok, ma nella gara lunga ha messo Verstappen in modalità rear view. Per 44 giri, l'olandese ha avuto davanti solo la sua ala posteriore, come un cane da guardia legato alla cuccia. Resisti, giovane Carletto. Sei tutti noi.

Sir Luigi si fa fare l'assetto da Luca Laurenti, non azzecca nemmeno una qualifica e parte praticamente dalla provincia di Brescia. Eppure, oh, in gara si infila dove le migliori scope non arrivano e conclude settimo. Risultato? Più da meh che da mah.

Red Bull, voto 7: Sarà un caso, ma dall'esonero di Horner, Tsunoda mi sembra più bello, più alto e più abbronzato. Eliminando anche Marko, il nippo mi vincerebbe le gare, i titoli, i Festival di Sanremo.

Mercedes, voto 5: Per Mercedes è codice rosso. Siamo spesso severi con la Ferrari, ma a Spa va detto: lo scorso anno, almeno sulla carta, avevano centrato una doppietta. Ora invece si trovano con una vettura bisbetica, più umorale del cielo delle Ardenne e con un motore alimentato ad Aspirina: per i crucchi poco spunto, tanta emicrania.

Aston Martin, voto 4: Per loro il 2025 è poco più di una lunga attesa in sala d'aspetto, con lo sguardo fisso al 2026 e al miraggio chiamato Newey, nella speranza che il Mago trasformi questa zucca nella carrozza di Cenerentola.

Stroll? Presenza scenica, come le piante finte negli uffici: non dà fastidio, ma neanche aiuta.

Alonso ultimamente sembra più un professore in gita scolastica che un due volte Campione del Mondo. Ogni week-end un nuovo alunno da istruire: prima Bortoleto, stavolta tocca ad Antonelli. Se continua così, fra qualche tempo lo troveremo a litigarsi l'altalena con Lily Verstappen.

Racing Bulls, voto 6: Dopo alcuni week-end in chiaroscuro, la Toro Rosso (ops, pardon… Racing Bulls) ritrova un po' di verve. Buon avvio, assetto ad alto carico e qualche scelta audace, ma i torelli restano intrappolati nel traffico come una Panda a Milano durante la settimana della moda. Nonostante tutto, ci pensa un ritrovato Lawson - finalmente brillante - a tirare fuori l'ottavo posto dal cilindro. Bravo il neozelandese, che a fine gara ha probabilmente stappato lo champagne: non tanto per il risultato, quanto per il licenziamento di Horner. Che per lui non sarà un podio… ma quasi.

Williams, voto 8: Qui non c'è trucco e non c'è inganno, cara Marca: il buon Albon sta sistematicamente facendo fare il giro del mondo a Sainz, mentre quest'ultimo arranca come se avesse le valigie nel bagagliaio.

La Williams non è un fulmine, ma tra buone qualifiche e gestione intelligente della gara, si tiene stretta la zona punti e si gode il suo primo violino. Lo spagnolo? Per ora un discreto corista, sperando che l'accordatura arrivi prima del 2026.

Haas, voto 5: Per i piloti Haas, un traffico più ingolfato della tratta Savona-Varazze a Ferragosto. Cercano di farsi largo nell'acquazzone belga, ma di punti nemmeno l'ombra, nonostante le ottime difese di Ocon - citofonare Antonelli - e qualche lampo di Bearman, che stavolta ha messo in pausa la modalità kamikaze vista a Silverstone.

Alpine, voto 6: L'esperienza paga e stavolta caccia un punto per la combriccola di Briatore. Passano la maggior parte del Gran Premio nascosti, come se fossero stati inquadrati dalla kiss cam dei Coldplay, dopodiché Franco si eclissa definitivamente, mentre Pierre fa snorkeling fino alla decima piazza. Una prestazione che conferma quanto il francese faccia la differenza, soprattutto quando il compagno pare uno spettatore con il pass paddock.

Kick Sauber, voto 6: Non so voi, ma ormai da questa scuderia mi aspetto coppe, ricchi premi e cotillon ogni domenica. Peccato per il doppio arrivo a punti sfumato, ma resta l'amaro dolce di una crescita evidente. Merito anche del sempre comprensivo Binotto, che sta trasformando quella che - fino a pochi mesi fa - sembrava più una chicane con sponsor che una squadra di Formula 1.

FIA, voto 0: La Federazione approva un regolamento nuovo per il 2026, poi il suo presidente lo critica pubblicamente perché "troppo complicato". Tradotto: prima firma in calce, poi si lamenta del contenuto. Una coerenza che non si addice al capo della massima istituzione automobilistica. Piuttosto, che si candidi alla presidenza USA: là almeno il capovolgimento d'opinione è sport nazionale.

Nel frattempo, quando piove - cioè in quel raro momento in cui la Formula 1 potrebbe tornare ad essere epica - la FIA blocca tutto per "sicurezza". E allora ci spiegassero: a cosa servono le gomme full wet? Come fermacarte nei Motorhome?

E se davvero in direzione gara sono diventati così idrofobi da sospendere tutto alla prima goccia, nel nome della sicurezza, allora dovrebbero mostrarsi altrettanto zelanti nel non far entrare ruspe, trattori e altri mezzi di servizio a pista aperta. Perché sì, anche quest'anno è successo.

E quella non è prudenza: è roulette russa.