Il Pagellone del Gran Premio d'Austria

Austria. Roba grossa. Un circuito incastonato nei monti, fra strade strette, fattorie e prati. Terra di campioni veri - Lauda, Rindt, Berger - e di manager leggendari, come Helmut "Guè" Marko, l'uomo che ha più talenti in panchina che parole gentili nel vocabolario. In questa cornice da cartolina, il glorioso Red Bull Ring è testimone di nuove imprese al volante: quelle di Lance Stroll, che in mezzo a tutta questa storia, ci sta come il ketchup sulla carbonara.
Ma non perdiamoci in ciance e passiamo al tanto atteso Pagellone austriaco!
McLaren, voto 9: Montezemolo porta subito bene: inseguimenti, DRS, incroci e contatti mancati, poi McLaren ci smorza lo show di una macchina da lacrime agli occhi. La palla è la mia e ci gioco io.
Dopo il patatrac del fine settimana canadese, tra sabato e domenica Lando sfoggia un sorriso da venditore di pentole. Se vuoi puntare al Mondiale, caro mio, continua così.

Parte terzo, Piastri, caccia in pista una foga fenomenale, forse un po' selvatica, eppure tremendamente efficace. Ci prova eh, ma Norris issa una cancellata in ferro battuto che non riesce minimamente a valicare. Buona prestazione, buona posizione. Stavolta ci dobbiamo accontentare.
Mercedes, voto 6: Alla cena del venerdì insieme ai colleghi, è stata chiara fin da subito la scelta dei due piloti Mercedes: "Ci prendiamo volentieri un secondo".
AKA-spita, che erroraccio! Per Kimi una manovra che rende omaggio alla memoria del Maestro Latifi, regalandoci un primo giro alla Hunger Games. Tuttavia, nel suo percorso di crescita, ci può stare: è giovane, e ha appena finito l'esame di maturità. Lo si capisce anche dalle interviste post-gara, dove - alla domanda sul contatto - pare abbia risposto ancora citando il capitolo sui feudatari: "Vassalli, valvassori e valvassini".
Dopo la vittoria della scorsa settimana, ci ritroviamo un Giorgino ammutolito da una vettura sonnolenta. Peccato perché questo campionato, con Mercedes in baruffa, risulta più divertente.
Ferrari, voto 7: Cosa vi devo dire? Un terzo e quarto posto, nel 2025, vanno bene, ma dalla Scuderia ci saremmo aspettati di più. Anche perché, diciamocelo, l'ultimo titolo Ferrari ormai l'ha visto solo Jonathan, la tartaruga bicentenaria delle Seychelles.

Per Carletto, la parola d'ordine è una e una sola: lift and coast. Prima glielo suggeriscono, poi glielo ripetono, poi glielo impongono con la stessa delicatezza di un avviso di sfratto. Lift and coast: ne fa così tanti, che ormai prende lunghi respiri anche prima di finire una frase. Il rapporto con l'ingegnere Bryan Bozzi? Solido e sano: dalle prossime gare, comunicheranno solo tramite Falò di Confronto.
Gara in solitaria per Sir Luigi, talmente sperduto nella terra di nessuno che dal box l'hanno richiamato al pit solo per assicurarsi che fosse ancora in pista. Se continua così, il baronetto rischia un nuovo soprannome: il Conte che non conta.
APX GP, voto 8: Gara solida per il team a stelle e strisce. Qualifica positiva, poi gestione ordinata con le strategie: pochi fronzoli, zero errori, grande fotogenia.
Il buon Sonny Hayes ha classe da vendere. Guida con garbo, si difende con decisione, passa mezza gara a scrutare negli specchietti. Sembrava quasi cercasse la luce perfetta per un'inquadratura.

E poi, non so, c'è qualcosa in lui: un carisma familiare, magnetico. Con quella faccia lì, un giorno potrebbe perfino finire a fare qualche spot in TV. Oppure qualche televendita: coltelli, pentole a gas, enciclopedie.
Red Bull, voto 4: Ci siamo resi conto di cosa significhi non avere Super Max in pista, uccellato dopo appena una curva.
Ottimo il Gran Premio d'Austria per il piccolo Yuki, che vince con netto distacco! Diremmo questo… se solo leggessimo la classifica al contrario. Ma purtroppo non siamo pipistrelli, e nella realtà lo troviamo mestamente in fondo, ultimo e penalizzato. Un week-end da dimenticare, o almeno da mettere in modalità aereo.
Aston Martin, voto 6: Prestazioni annichilite dallo strapotere dei motorizzati Ferrari. Alonso chiude con un colpo di mano da illusionista consumato. Quando serve davvero, è uno dei pochi che sa ancora pescare l'asso dalla manica. Gallina vecchia sì, ma il brodo che ne esce sa di mestiere, grinta e testardaggine d'altri tempi.
Per Stroll… sentite, lasciamo perdere.
Racing Bulls, voto 7: Dopo un inizio di stagione da immunità parlamentare, così carica non la vedevamo da un pezzo. Il nutrizionista, al giovane Liam, deve avergli cambiato la dieta, integrandola con più fibre e una bella dose di cavi dell'alta tensione. Dai, ragazzo, non mollare!
Williams, voto 0: Per Sainz e Albon, è K.O. al primo round. Lo spagnolo anticipa la grigliata di Ferragosto già alla partenza, ritirandosi tra il profumo di costine. Albon, invece, vede un'offerta lampo al discount e ci si fionda senza pensarci due volte. Due approcci diversi, stesso risultato: così, proprio non va.
Haas, voto 7: Non un attimo di tregua per i cavallini americani, sempre pronti a fare a cazzotti con chiunque capiti sottomano. Sfruttano al meglio la velocità di punta - rigorosamente misurata in miglia orarie, ça va sans dire - e mettono in piedi una gara dignitosa.
Alla fine arriva anche un punticino, grazie a Ocon: l'esperienza paga, e lui si fa trovare al posto giusto nel momento giusto. Bravo Esteban.
Alpine, voto 5: Era così incarognito con Tsunoda, il povero Colapinto, da non accorgersi nemmeno di Piastri che gli sfilava sulla destra. Per un centinaio di metri sono andati a braccetto, come nel Sirtaki. Gli è andata bene che non fosse Verstappen: in quel caso, più che una danza greca, sarebbe finita a tragedia.
Kick Sauber, voto 10: Dalla futura Audi, ormai ci si aspetta champagne ogni domenica. E ragazzi, oggi parliamo di due vetture a punti. Due! Sembra poco, ma per chi fino a un mese fa faceva da tappezzeria nei box, è un mezzo miracolo.

Dopo il successo di Moreira in Moto2, arriva un altro Gran Premio da incorniciare per un pilota brasiliano: Gabrieliño, stavolta sei stato davvero bravo. Un solo timido cenno di rispetto al tuo mentore Fernando, poi per il resto hai fatto magie con una vettura che, a essere generosi, somiglia a una lattina col cambio semi-automatico.
Poco dietro, il solito Re Hulk, fedele, coriaceo, imperiale. Conclude la rimonta e firma un'altra domenica che sa di propizio per il futuro.